La “fabbrica delle foglie” è un antico frantoio, poi fabbrica di tabacchi, che è stato oggetto di un accurato restauro condotto nel pieno rispetto degli spazi originari e dei materiali locali, con un perfetto connubio tra particolari di design e tradizione locale.
La fabbrica, nel centro storico di uno dei borghi barocchi del Salento, è oggi una dimora residenziale che si sviluppa su 4 livelli, con terrazzamenti e giardini pensili, oltre all’ampia corte interna con piscina (14x3 m) e giardino mediterraneo (limoni, fichi d’india e bougainville), racchiusi e circondati da alti muri a secco attraverso i quali svettano due palme.
Le zone di soggiorno e relax si sviluppano nei freschi e ampi spazi delle ex cisterne del frantoio al piano seminterrato, e negli altissimi ambienti a volta del piano terra; al primo piano, con affaccio sul Terrazzo dei Melograni, si trovano le camere, diversificate negli spazi e negli arredi.
La fabbrica smise ogni attività con la seconda guerra mondiale, e fu lasciata in rovina e in completo abbandono fino alla fine del secolo. In origine, l'edificio era costituito da un ampio ambiente di ingresso, alla sinistra del quale si trovava un luogo di lavorazione chiuso, sostenuto da due ordini di arcate in stato di degrado, con cisterne sottostanti, mentre al primo piano vi era un unico ambiente open space. Lo stabile confinava con un piccolo lotto di terreno abbandonato.
Oggi, lo stesso spazio, ospita il living all’aperto, perché quella stessa parte dell'edificio è stata svuotata conservandone intatte le pareti perimetrali e creando così un cortile interno, in parte protetto dalle due arcate superstiti, che ora ospita il salotto all’aperto, la piscina e una piccola zona a prato. Alti muri di pietra a secco, impreziosite da piante grasse autoctone, si raccordano alle facciate originarie di tufo leccese, fungendo da sfondo prospettico per gli ambienti interni verso il giardino.
Si è scelto di rispettare l’architettura originale dell'edificio - per lo più visibile negli ambienti delle volte a crociera della cucina e dell’ingresso e nelle volte a botte dei sotterranei - ma sono state adottate aperture strutturali per aprire lo spazio e permettere alla luce di riversarsi all'interno. Ne sono un esempio la particolare vetrata tra la piscina e le vecchie cisterne sotterranee, oggi confortevoli salotti areati da lucernai in vetro apribili installati in quelle che in origine erano aperture per gettare l’uva nelle cisterne.
Un ampio portale in legno indiano è stato inserito nel voltone che collega l’ingresso alla sala da pranzo esterna, con l’accorgimento di vetrate laterali che filtrano la luce.
La torre originale è stata aperta al piano primo per creare un patio che dà luce alle camere collegandole al Terrazzo dei Melograni e, attraverso la scala esterna di resina grigia, al solarium e alla cucina all’aperto del Terrazzo Belvedere.
Le pavimentazioni originarie interne erano di lastre di chianca leccese, di notevole spessore (10 cm), e sono state riutilizzate per l'area esterna attorno alla piscina, mentre all’interno una pavimentazione in pietra di Trani, bocciardata e spazzolata, garantisce la funzionalità del riscaldamento a pavimento.
Il vecchio portale di ingresso in legno è stato rinforzato e abbellito con lastre di ferro esterne e 800 bulloni, cosicché oggi l'ingresso comunica un’impressione di fortezza imponente e un alone di mistero, da svelare entrando attraverso la piccola porta ritagliata nel grande portale di ferro.
Il portoncino di accesso diretto al giardino è invece realizzato in lamiere di corten doppie su un'intelaiatura tipo sandwich.
Lo stesso metallo corten si ritrova nella scala di accesso allo spazio abitativo sotterraneo, scelta determinata dalla volontà di distinguere gli interventi dalla struttura originaria in pietra, e negli infissi con bulloni e cerniere a vista, trattati in armonia con le griglie delle finestre originali tipo fortezza. L'arredamento unisce pezzi di design contemporaneo (cucine Boffi e Priolinox, arredi Knoll, Kartell, B&B Italia, Paola Lenti, Luci Viabizzuno, Moroso, De Padova, Xam, Mooi ecc.) con oggetti locali: scale in legno di ulivo, alle ceramiche di Grottaglie, tavoli da falegname e oggetti provenienti dalle Indie.